teak legno di pregio

TEAK DAL COSTA RICA

Il teak riunisce caratteristiche di resistenza e pregio alla vista e al tatto che lo rendono ambito per i più svariati utilizzi.

In campo nautico trova impiego soprattutto sulle superfici calpestatili delle imbarcazioni, i cosiddetti “ponti” soggetti alle aggressioni del sole, dell’acqua salmastra ed agli sbalzi di temperatura che mettono a dura prova la sua naturale resistenza.

Una delle sue migliori caratteristiche è legata al basso assorbimento dell’acqua e grazie alla resina oleosa di cui è naturalmente impregnato garantisce una barriera contro gli attacchi dei parassiti tra cui le temibili termiti.

Altri utilizzi diffusi sono i componenti di arredo all’interno sia delle imbarcazioni che delle nostre case.

In campo edile si presta a rivestimenti di facciate, pavimentazioni a bordo piscina, parquettes di pregio, infissi unici per aspetto, piacevolmente naturali,

arredi da giardino e strutture ombreggianti.

Il teak (o teck) è un legno di latifoglia che cresce naturalmente nel territorio dell’Asia meridionale che va dall’India sino al Vietnam. Le migliori condizioni ecologiche per questa pianta si trovano in Myanmar (ex Birmania), dove il teak può raggiungere i 45-50 m di altezza.

Sempre rimanendo in Asia, è possibile trovare piantagioni di teak in Indonesia. Da parecchi decenni si sperimenta la coltivazione anche in varie zone tropicali e sub-tropicali dell’Africa e dell’America centrale e meridionale, ma il peso e la resistenza meccanica arrivano ad essere sino al 18% inferiori a quelle del legno asiatico che cresce naturalmente nelle foreste.

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Wood Teacknology

Il Teak proposto da Wood Teacknology è nativo della Costa Rica, proviene da piantagioni a crescita e taglio controllati e tutte le fasi delle lavorazioni vengono seguite sul posto per assicurare la commercializzazione del prodotto semilavorato con elevato standard qualitativo.

Le piante vengono scelte tra le migliori di quelle disponibili, e dopo una prima asciugatura, sezionate in tavole, e stabilizzate all’aperto.

Trascorso un periodo di stagionatura (in media di 40- 60 gg) viene effettuata una scelta e le migliori importate in Italia dove viene completata la stagionatura prima di avviare le diverse lavorazioni.

È possibile la fornitura diretta delle assi stagionate concordando le modalità.

Gli alberi e  gli altri prodotti forestali sono molto importanti per aiutare a ridurre i cambiamenti climatici ed il gas serra.

Utilizzare prodotti in legno che immagazzinano CO2 e gestire le foreste in modo responsabile, bilanciando taglio e ripiantumazione può minimizzare il nostro impatto ambientale nel prossimo futuro.

Infine, tutti noi sentiamo una ancestrale attrazione e connessione con i materiali naturali come il legno che contribuiscono in modo determinante al benessere individuale e all’armonia uomo-ambiente.

Il teak è un legno esotico molto pregiato e grazie alle sue particolari caratteristiche viene utilizzato in vari ambiti, come ad esempio quello navale. Ogni marina o yacht club attenti alle esigenze degli utilizzatori offrono pontili con pavimentazioni in teak per il raggiungimento dei massimi risultati possibili,

Se vuoi conoscere tutte le caratteristiche di questo materiale pregiato e sapere come mantenerlo bello nel tempo, allora leggi qui sotto.

Il teak fu inizialmente utilizzato per le costruzioni navali, sia per il fasciame che per le pavimentazioni dei ponti. Considerate le particolari caratteristiche di questo legno, esso è stato in seguito utilizzato anche per infissi, arredi da giardino, mobili, pavimenti, bordi piscina e strutture esposte all’esterno.

Il miglior teak da utilizzare per lavori strutturali o di falegnameria è quello birmano, mentre da un punto di vista estetico il teak migliore risulta essere quello indiano. 

L’impiego di questo legno è andato aumentando nel corso degli ultimi decenni ma la disponibilità, soprattutto del teak asiatico, sta diminuendo sempre di più e proprio per questo motivo il suo costo è ormai piuttosto elevato, ed ormai proibitivo.

Secondo uno studio condotto dalla FAO nel 2010, l’area delle foreste di teak naturale si è ridotta di 385.000 ettari (l’1,3%) tra il 1992 e il 2010.

A causa di campagne di disboscamento selvaggio, nel 1989 in Thailandia venne imposto il divieto di taglio delle foreste naturali e il teak thailandese (conosciuto a livello commerciale come “Teak Siam”) oggi non viene più esportato in tronchi e tavole, ma soltanto sotto forma di manufatti. Anche il “Teak Burma” (proveniente dal Myanmar) si sta esaurendo, nonostante la politica ambientale di questo stato sia stata differente da quella thailandese. La crescita naturale di questi alberi non va di pari passo con la richiesta commerciale: per poter ricavare dal teak il tavolame per l’industria navale la pianta deve crescere per circa 60-70 anni. Così, per rispondere alle crescenti richieste del mercato, negli ultimi anni è stato creato anche il teak “artificiale”.

Il teak viene coltivato anche in alcune zone africane e sudamericane, ma l’albero cresce generalmente più stretto, più basso e presenta un ridotto contenuto di resina oleosa: ciò comporta una minore impermeabilità, resistenza e durabilità del legno. La sua qualità si può, quindi, abbassare e in presenza di teak di seconda o terza scelta (che può contenere anche i nodi) diventa necessario valutare dei trattamenti protettivi. 

Attenzione poi a non confondere il teak coltivato in Africa con l’iroko, una pianta di origine africana che viene talvolta chiamata impropriamente “teak africano”!

Nella scelta del teak da utilizzare per il proprio progetto è bene quindi fare attenzione alla tipologia, a questo va aggiunto un aspetto tecnico importante che è il sistema di posa. La pavimentazione in esterno è posata su magatelli, una base metallica che forma uno scheletro capace di risolvere le problematiche di pendenze, garantisce lo scolo delle acque piovane, l’asciugatura dello stesso pavimento visto lo stress al quale è sottoposto dagli agenti atmosferici, e può essere una soluzione per nascondere eventuali impianti. Importante è che il lastricato possa rimanere sempre ispezionabile in qualsiasi momento, ragione per la quale un sistema di fissaggio con piastrine sagomate che permettono di smontare e reinserire ogni doga in qualsiasi punto della pavimentazione; a seconda del tipo di piastrina di ancoraggio si utilizzeranno viti, oppure una semplice chiave esagonale.

Per le sue caratteristiche il teak risulta essere uno dei materiali più interessanti per il decking da esterno, ma potrebbe stupire anche per le sue applicazioni per gli spazi interni. Un materiale versatile, resistente e duttile che cambia, di colpo l’aspetto di una stanza.

Come trattare il teak

Abbiamo detto che il teak presenta elevata stabilità e durabilità, ma – come tutti i legni – non è eterno ed è soggetto all’invecchiamento e all’usura, soprattutto se questo materiale viene utilizzato in luoghi esposti a forte stress ambientale, come ad esempio quelli marittimi.

Il teak ha una durezza medio-bassa: ciò comporta che esso sia soggetto a graffi, ammaccature e incisioni che possono essere provocati per esempio dai tacchi delle scarpe, dalle unghie dei nostri amici animali, da cadute di oggetti o da sassolini incastrati nella suola delle calzature.

Questo legno può anche sporcarsi sia a causa dello smog sia a causa di cadute involontarie di bevande, cibi o creme solari, che generano antiestetiche macchie. Per questo motivo spesso si decide di proteggerlo con trattamenti idrorepellenti e/o antimacchia.

Si può scegliere di verniciare il teak oppure di utilizzare oli che lo proteggano, mantenendone la sua naturalità, come ad esempio

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È sempre bene attenersi alle indicazioni di utilizzo presenti sulle etichette dei prodotti, ma per quanto riguarda gli olii l’indicazione generale è di non darne mai in abbondanza e di rimuovere sempre gli eccessi per evitare sensazioni appiccicose al tatto.

Quanto costa il teak

Il teak è un materiale estremamente caro, il cui prezzo si aggira in media sui 6.000 € al metro cubo.

Il costo del legno di teak dipende però da alcuni aspetti, come la qualità del legno grezzo, il grado di lavorazione e la stagionatura.

Quanti tipi di teak ci sono?

Tectona grandis (quello a cui ci riferiamo con il termine comune “teak”) è la specie più nota ed importante (distribuito principalmente in India e Indocina); Tectona hamiltoniana (teak dahat) è una specie nativa della Birmania; Tectona philippinensis (teak filippino), nativa delle Filippine.

Il teak è un legno tropicale proveniente dagli alberi di Tectona grandis, della famiglia delle Verbenacee. Dalle foreste asiatiche del Laos, del Vietnam e del Myanmar (ex Birmania), il teak arrivò in Europa sin dai primi anni del ‘900, forte delle sue caratteristiche e qualità uniche nel suo genere. Il teak, infatti, è un legno immune dagli attacchi degli insetti ed è estremamente resistente all’acqua: per questo è particolarmente indicato per l’impiego nelle costruzioni navali e per la realizzazione di pavimentazioni pregiate e resistenti.

A queste doti eccezionali il teak abbina un tipico disegno naturale, con striature ondulate irregolari, che ne fanno un legno di indiscussa bellezza.

Per chi ama approfondire gli argomenti, per le insegnanti che hanno a cuore educare le nuove generazioni verso un futuro migliore e maggior attenzione verso l’ambiente abbiamo selezionato qualche documento utile.

https://www.fao.org/4/i1065i/i1065i00.pdf

https://www.fao.org/4/62737e/62737e04.htm

https://openknowledge.fao.org/server/api/core/bitstreams/bfd4b44e-42d2-42ef-a3f4-584d44515602/content

https://www.fao.org/4/i3157e/i3157e00.htm

https://www.fao.org/yunga/resources/challenge-badges/en/

https://www.wagggs-shop.org/en/products/badges

Per essere definito pregiato, spesso quello che conta è che il legno sia duro e resistente, e che sia durevole (ossia che duri a lungo).

In questa classifica il tek occupa un posto di assoluto rilievo: è primo in quanto a durevolezza, ed è anche dotato di elevata durezza, caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto alla nautica. Il legno del tek ha un colore variabile dal giallo pallido al bronzo al rosso; oltre ad essere duro e durevole, è impermeabile, quasi per nulla deformabile, ed esteticamente gradevole.

Il tek – scritto talora “teak” – cresce spontaneo nelle foreste dell’India orientale, della Thailandia e del Myanmar; viene coltivato anche in altre regioni del mondo a clima monsonico, come in America Centrale e in Africa: qui le principali piantagioni si trovano in Tanzania, Costa d’Avorio, Nigeria, Benin, Togo e Camerun.

Il tek, la Verbenacea Tectona grandis, è un bell’albero tropicale, che può raggiungere i 40 m di altezza, dal tronco imponente, allargato alla base fino a un diametro di 10 m. Ha foglie molto grandi (da 30 a 60 cm), oblunghe, vellutate, ad inserzione opposta sui rametti, e che cadono nella stagione delle piogge. I fiori, numerosi e raccolti in infiorescenze, sono piccoli, bianchi e profumati. La prima fioritura del tek avviene dall’età di circa 20 anni. I frutti sono drupe, rotonde e commestibili.

In genere il tek viene ucciso per anellatura (tranquilli, non soffre), tecnica con cui si asporta un anello di corteccia, facendo seccare i vasi sottostanti, e impedendo così il trasporto della linfa nei due sensi. Poi lo si lascia lì, in piedi, e visto che non è attaccato neppure dalle termiti, lo si potrà prelevare quando si vuole.

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